LAVORATORI UNICOOP DEI MAGAZZINI DI LASTRA A SIGNA & SESTO FIORENTINO

IL MANIFESTO APPROFONDIMENTI: LAVORO & DINTORNI

Martedì 12 aprile 2005

Torniamo a parlare della Coop. E torniamo a chiederci quanto vi sia di vero nell'immagine dell'azienda 'buona', che concilia diritti e profitti. Da tempo i rapporti tra l'azienda e i suoi dipendenti sono tesi. Prendiamo il caso esemplare dei lavoratori del magazzino di Scandicci, che rifornisce buona parte dei punti vendita toscani. Qui dal 2001 è in atto un processo che mira a sostituire i dipendenti Unicoop, relativamente garantiti, con manodopera flessibile e più conveniente per l'azienda.
Lo strumento è semplice: sempre più turni lavorativi vendono appaltati a ditte esterne, in questo caso la Cft, che utilizzano lavoratori a basso costo, quasi tutti immigrati, che si spezzano di lavoro per ottenere i premi di produzione (tanto simili al caro vecchio cottimo), e vengono impiegati a seconda delle esigenze del giorno. "Noi attacchiamo alle cinque del mattino e vediamo uscire i lavoratori in appalto, ma il loro turno dovrebbe finire intorno alle 20.30". Parlano i lavoratori Unicoop, che sabato 28 Gennaio ricevono un lapidario 'Ordine di servizio' dal direttore delle risorse umane: "…il suo nuovo turno di lavoro settimanale si effettuerà dalle ore 5,25 alle ore 12,52". Un unico turno mattutino, così il pomeriggio sarò libero per ulteriori appalti.
Da questo momento sono cominciate le mobilitazioni, gli scioperi, le manifestazioni dei dipendenti del magazzino, che proprio non si rassegnano a trovare un accordo a queste condizioni. "Anche perché - spiegano - ormai è chiaro che entro pochi anni l'intero magazzino sarà appaltato e noi saremo spostati qua e là per i negozi. La Coop è grande in Toscana, ma piccolissima nel mondo, e teme l'arrivo dei grandi colossi del commercio. Così ha paura e fa come tutte le altre aziende: abbassa i costi di produzione".
Ci sono state anche due interrogazioni comunali. Una a Firenze: "L'assessore Nencini ha risposto che l'azienda ha adito così spinta da un comitato di cittadini contro i rumori notturni, ma nessuno ne ha mai sentito parlare". L'altra a Scandicci: "Qui il sindaco ha fatto sapere che questa vertenza ' non deve coinvolgere l'ente locale', sorprende però che l'assessore comunale alle attività roduttive sia consigliere d'amministrazione proprio della Cft".
Dopo due mesi di proteste sfiancanti i lavoratori hanno scelto le vie legali. Sono andati a spese loro da avvocati ed è stato loro risposto che ci sono i termini per due vertenze diverse. Una per la violazione dell'articolo 89 del contratto nazionale delle cooperative, che prevede di concordare la distribuzione di orario coi lavoratori. Il sindacato potrebbe ricorrere anche per 'comportamento antisindacale' e richiedere il ripristino degli orari precedenti. Giovedì scorso si è tenuta l'assemblea con i sindacati: "L'avvocato della Cgil ci ha detto che non ci sono i presupposti per entrambe le vertenze, perché sono state condotte effettive trattative". Ma la stessa Rsu nega l'avvio di ogni trattativa a meno che non si consideri tale una semplice comunicazione del cambio di orario. A questo punto non ci resta che andare avanti da soli, la prossima settimana apriremo la vertenza, a titolo e spesa individuale, anche se molti lavoratori hanno paura e il clima in magazzino si è già fatto più pesante".


LONZI&LACOPPOLA





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