LAVORATORI UNICOOP DEI MAGAZZINI DI LASTRA A SIGNA & SESTO FIORENTINO

LAVORO IN APPALTO, SCIOPERO ALLA UNICOOP

Sabato 5 Febbraio 2005


IL MANIFESTO


Lavoro in appalto, sciopero alla Unicoop
In presidio sotto la sede centrale, in corteo fino a Palazzo Vecchio i lavoratori del magazzino di Scandicci. "Basta esternalizzazioni"


Scendono in piazza i lavoratori della Unicoop. Alle dieci si schierano in presidio di fronte alla sede centrale di via santa Reparata, poi muovono in corteo fino a Palazzo Vecchio. Vengono dal magazzino di Scandicci, che impiega più di trecento persone, dove sono state indette quattro ore di sciopero. Denunciano la politica aziendale degli appalti. Dal 2001 in questo mgazzino il terzo turno, quello notturno, è stato appaltato alla Cft. "Ci opponemmo con forza a questa decisione, il lavoro in appalto è un odioso strumento che condanna le persone a non avere futuro. Questi lavoratori oggi non sono in piazza, non se lo possono permettere ed anzi verranno costretti a coprire le ore di chi sciopera". A parlare sono le Rsu del magazzino: "Già allora capimmo quale strada stava imboccando la Unicoop, oggi ne abbiamo la conferma". Infatti a gennaio di quest'anno, con un'ordine di servizio (ossia senza alcuna discussione con i lavoratori), l'azienda ha tolto il turno pomeridiano. Dalle 14 alle due di notte verranno impiegati i lavoratori in appalto, per le ore che servono. Cioè ogni giorno si va a casa solo quando il lavoro è finito.
In barba ad accordi presi nel 2001 cresce il precariato: "Sono ragazzi, molti immigrati, che lavorano un minimo di nove ore giornaliere. Stagionali che per necessità prendono tutto il lavoro disponibile. E nei magazzini il lavoro è duro, si maneggiano muletti di tonnellate. Il rischio di farsi male è alto, specie coi capetti che ti mettono pressione. Cè molto lavoro manuale ed è controllato, se non movimenti un certo numero di chili vieni richiamato e al terzo richiamo sei fuori". Le Rsu parlano di vero e proprio 'cottimo' per i lavoratori del magazzino. "La soppressione di un turno rende le condizioni di lavoro difficili anche per noi - dicono gli impiegati Unicoop - si crea un sovraffollamento che rende pericoloso l'impiego degli strumenti".
Fanno notare quanto ciò strida con l'etica sociale rivendicata dall'azienda cooperativa: "Quando abbiamo chiesto che fossero rispettati accordi e diritti, ci hanno detto che questa proposta non produceva per loro un risparmio produttivo". Se poi alla soppressione del secondo turno e all'estensione del lavoro in appalto si aggiunge il mancato rinnovo dei dipendenti cosiddetti tipici, ben trenta per ora, il quadro si delinea: "Temiamo che alla fine tutto il magazzino possa essere appaltato. Per questo l'assemblea dei lavoratori chiede a Unicoop di fare marcia indietro, di ripristinare subito il turno pomeridiano e farla finita con l'esternalizzazioni".
Alla fine del corteo una delegazione di lavoratori sale a Palazzo Vecchio. Ricevono la promessa di un incontro con l'assessore Nencini e le segreterie sindacali, ma sottolineano che per loro avrò significato solo se si svolgerà in tempi rapidi. Per ora c'è l'impegno immediato di Rifondazione, per bocca della consigliera comunale Anna Nocentini, ad un'interrogazione per sapere come intenderà muoversi l'amministrazione. Il 14 Febbraio si terrà un attivo unitario di tutti i delegati per decidere come procedere. Sotto Palazzo Vecchio un lavoratore espone un cartello: "La Coop sei tu, ma io chi sono?".

LONZI&LACOPPOLA




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