LAVORATORI UNICOOP DEI MAGAZZINI DI LASTRA A SIGNA & SESTO FIORENTINO

COOP E LAVORATORI IN TRIBUNALE


Venerdì 5 gennaio 2007

METROPOLI

COOP E LAVORATORI IN TRIBUNALE

Ancora inconciliabili le posizioni tra l’azienda e il personale sui turni pomeridiani

GABRIELE FIRMANI

Potrebbe presto giungere a una soluzione la crisi che si consuma ormai da due anni fra azienda e lavoratori Coop impiegati presso il centro distributivo nella zona industriale di Scandicci. Al centrodel contendere, l’orario di lavoro. Una parte degli oltre 120 addetti al magazzino contesterebbe alla proprietà la decisione di aver interamente appaltato il turno pomeridiano e notturno del deposito, alla cooperativa CFT, (che impiega in gran parte personale extra-comunitario), relegando i dipendenti tradizionali al solo turno mattutino. In particolare i lavoratori, non contestano la scelta, legittima, che rientra nelle prerogative della politica aziendale di Coop, quanto l’unilateralità con cui sarebbe stata fatta. Dal sabato al lunedì, nei primi mesi del 2005, i lavoratori pare furono informati di presentarsi solo ed esclusivamente per il turno mattutino, e mai più per quello pomeridiano (il notturno già allora era di esclusiva competenza della cooperativa in appalto). La paura dei lavoratori è che dietro tale mossa, secondo loro illegittima, in quanto non concertata precedentemente con le rappresentanze sindacali, ci sia l’intenzione di affidare ben presto, l’intero centro distribuzione Coop, a ditte esterne, che prestano il proprio lavoro in appalto, permettendo all’azienda evidenti risparmi gestionali. «Non crediamo che vogliano licenziarci – fa sapere uno dei trenta lavoratori che hanno aperto una vertenza presso il Tribunale del lavoro – ma, magari ridistribuirci fra i vari punti vendita sparsi per tutta la provincia». E così anche per paura di questa evenienza, una volta constatati, secondo loro, i margini d’illegittimità nel comportamento aziendale hanno aperto una causa contro l’azienda. In mancanza di un sindacato disposto a farsi carico di tale vertenza («sono tutti accondiscendenti con Coop» una delle forti accuse che lanciano i lavoratori interessati), hanno contattato privatamente lo studio legale Paolo Fanfani, specializzato nel diritto del lavoro: «Abbiamo impugnato l’ordine di servizio del gennaio 2005, con cui unilateralmente l’azienda informava i lavoratori del cambio di orario, poiché palesemente in contravvenzione all’articolo 89Ccnl (contratto collettivo nazionale per il lavoro), che postpone tale legittima decisionea una precedente consultazione delle rappresentanze sindacali». Tale consultazioneinvece non c’è mai stata. Una volta portata tale impugnazione dinanzi alla direzione provinciale del lavoro, nella primavera 2005, pare sia stata la stessa direttrice Agata Mutolo, nel suo parere conclusivo a consigliare all’azienda di ripristinare il vecchio turno pomeridiano. Constato il diniego dell’azienda, i lavoratori tramite i propri legali, convinti della propria ragione, hanno proseguito l’iter legale. Fallito anche il tentativo obbligatorio di conciliazione preliminare alla causa, sono entrati nel circuito del processo vero e proprio. A inizio settembre la prima udienza, a fine ottobre la seconda e ultima: entrambe le parti sono rimaste sulle proprie posizioni. Con una differenza fondamentale: il giudice Daniela Lococo, anche dopo la netta opposizione espressa dai legali dei lavoratori, ha respintola richiesta avanzata dai legali dell’azienda di poter usufruire di prove testimoniali a loro favore. Un punto per i lavoratori che adesso confidano in un nuovo tentativo di conciliazione, questa volta congruo a tal punto da evitare la sentenza prevista per il 16 maggio prossimo.


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