Domenica 13 novembre 2005
Tutta la catena dei supermercati Coop dell'area toscana si avvia alle trattative definite tecnicamente "di canale". In queste trattative, che procedono negozio per negozio, sono due i punti comuni che stanno più a cuore ai lavoratori: un rifiuto netto degli appalti, e la situazione dei part-time. Quanto ai part-time, è stata stralciata la graduatoria di anzianità, e molti lavoratori che aspettano da anni il tempo pieno si ritrovano nell'incertezza per il futuro.
Sono gli appalti però ad essere al centro della contestazione: l'azienda rivendica il diritto a cedere settori o interi reparti a ditte esterne, che assumano manovalanza a condizioni peggiori consentendo un forte risparmio, così come avviene da tempo in tutte le catenne della grande distribuzione.
Un esempio calzante per comprendere questo fenomeno riguarda il magazzino Coop di Scandicci, del quale ci siamo già occupati. Qui è in corso una vertenza legale intentata dai lavoratori contro l'azienda. Dal
Il caso è approdato al consiglio comunale di Firenze nel febbraio di quest'anno. Proprio di questi giorni è la notizia di una nuova interrogazione, presentata dai consiglieri Anna Nocentini, Leonardo Pieri, pierluigi Ontanetti (Prc), Ornella De Zordo (Unaltracittà) e Luca Pettini (Pdci), insoddisfatti della precedente risposta dell'amministrazione a voce dell'assessore Riccardo Nencini.
Nella seduta del 28 febbraio scorso l'assessore Nencini rispose che la soppressione del turno notturno si era resa necessaria per le proteste di un comitato di cittadini di quartiere, infastiditi dai lavori notturni del magazzino. “Noi non abbiamo mai visto né sentito parlare di questo comitato – osservano i lavoratori – e sì che lavoriamo lì tutti i giorni, né peraltro l’azienda ha mai accennato a questo problema”.
Oggi, a distanza di nove mesi, non solo è ancora in vigore il turno pomeridiano appaltato alla Cft, ma è rimasto anche quello notturno. “Per questo – dice Anna Nocentini – torniamo a chiedere nuove spiegazioni. Trovo questa situazione di estrema gravità, non solo per il peso ricoperto dall’azienda nell’area fiorentina, ma anche perché il comune si impegna con enti che si qualificano come attenti e responsabili nel sociale. Mentre qui si ritorna alla riduzione del costo del lavoro sopra tutto”.
Intanto le Rsu raccontano che la situazione sta ancora peggiorando: “Da quando abbiamo presentato la vertenza, il clima nel magazzino si è fatto molto pesante. Ci sono capoturno che fanno pressione sui singoli lavoratori, minacciano di spostarli o di negare i permessi o le pause se non producono di più. Ma da noi non è prevista nessuna quota di produzione individuale. Siamo già al secondo caso di lavoratori portati via dal 118 per crisi da stress”.
Nei prossimi giorni sono previste nuove assemblee per decidere le forme di lotta. “Intanto, proprio in vista delle trattative di canale, chiediamo al sindacato di cambiare atteggiamento: non ci interessano soluzioni tampone sugli appalti, ma un netto rifiuto. Da due anni
LONZI&LACOPPOLA
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